False fatture il Fisco deve provare se l’operazione è fittizia
L’Amministrazione finanziaria, quanto ritiene falsa la fattura di acquisto ricevuta dal contribuente, ne deve dimostrare la fittizietà dell’operazione con elementi certi e precisi, ossia tramite indizi «gravi, precisi e concordanti», e non basarsi su mere congetture.
Così la Ctr Sardegna con la sentenza n. 143/1/2017.
Le motivazioni
Le fatture costituiscono, di per sé, idoneo mezzo di prova delle operazioni compiute da una impresa a, conseguentemente, incombe sull’Amministrazione finanziaria che le contesta l’onere di dimostrare la inesistenza o delle operazioni poste in essere, prova che si deve fondare su indizi gravi, non potendo il semplice sospetto che si tratti di fatture false portare a invertire l’onere della prova.
Le prestazioni risultano essere state appaltate, eseguite e saldate. L’ufficio sostiene che gli importi degli assegni consegnati ai subappaltatori sarebbero tornati nella disponibilità dell’emittente ma non offre alcuna prova in proposito.
A fronte di scarsa documentazione probante prodotta dall’ufficio risulta che la società abbia per contro prodotto valide prove a supporto della esistenza delle operazioni contestale, prove che questa Commissione tributaria ritiene attendibili e chiare a sorreggere adeguatamente la ratio decidendi. Tutto ciò premessi” pertanto, preso atto delle argomentazioni addotte, esaminata la documentazione acquisita ai fascicoli di udienza, rigettata ogni altra eccezione” il Collegio ritiene che l’appello sia da respingere con conseguente conferma della sentenza impugnata.